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Una nave cargo contenente tonnellate e tonnellate di greggio si è incagliata al largo del paradiso naturale delle Isole Mauritius. Dichiarato stato d’emergenza.

Una gigantesca chiazza nera sta sporcando e distruggendo un ecosistema unico al mondo, le Isole Mauritius. Da tre giorni ormai si stanno rilasciando in mare quantità inimmaginabili di carburante, che sta minando seriamente la barriera corallina dell’arcipelago.

Appena la nave si è incagliata (ovvero il 25 luglio), il capitano aveva rassicurato che nemmeno una goccia di greggio era fuoriuscita dai serbatoi. Già dopo un giorno però la situazione era allarmante; il carburante infatti si sta spargendo ad una velocità non prevista.

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Il primo ministro del piccolo stato nell’Oceano Indiano ha deciso di dichiarare lo stato d’emergenza ambientale, soprattutto perchè le Mauritius non hanno le risorse necessarie per affrontare una situazione del genere. 

E’ stato infatti lanciato un appello agli altri paesi del mondo, appello di aiuto e di soccorso per salvare quel che rimane di un paradiso naturale che appartiene a tutti.

Per il momento la popolazione locale cerca di agire come può, ovvero creando lunghi cordoni di paglia e sterpaglie riunite dentro sacchi di iuta da buttare in mare, per cercare di circoscrivere la chiazza e sperare che serva per assorbire un po’ il greggio.

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Per il momento gli unici aiuti che il piccolo stato ha ricevuto, sono arrivati dalla Francia, attraverso il dipartimento d’oltremare di Reunion (tra l’altro lo stato o che dir si voglia più vicino). Il premier Emmanuel Macron ha annunciato gli aiuti attraverso un tweet. Egli si è infatti eretto a difensore dell’ecosistema e della biodiversità dell’arcipelago africano.

Oltretutto, a peggiorare la situazione già drammatica, nei giorni successivi all’incagliamento, c’è stato mare mosso e condizioni metereologiche avverse, condizioni che hanno impedito di agire subito.

Da Reunion arrivano ogni giorno elicotteri, materiale di soccorso ed esperti in disastri ambientali, ma si teme che ormai sia troppo tardi.

La zona dove la nave cargo si è incagliata si trova vicino a Pointe d'Esny, una zona salmastra che ospita piante e insetti che si trovano solo alle Mauritius. Si teme che moltissime specie scompariranno causando un enorme danno all’ecosistema e alla biodiversità dell’arcipelago paradisiaco.

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Anche il Blue Bay Marine Park, uno dei luoghi più famosi per effettuare snorkeling, dista solamente un chilometro. Ciò che più preoccupa è il fatto che, oltre ad essere uno dei luoghi più frequentati dai turisti, è anche uno dei luoghi prediletti per gli abitanti per la pesca. Appare evidente che questo disastro avrà imponenti ripercussioni sull’economia del paese, economia che si basa quasi esclusivamente sul turismo.

E’ evidente che si poteva agire subito ed almeno limitare un po’ la portata del disastro. Per ora la popolazione incolpa il governo di negligenza. Si pensa infatti che per interessi economici si sia deciso di aspettare a divulgare la notizia del versamento in mare di tutto quel petrolio.

Ormai l’ecosistema delle isole è compromesso e, secondo dei calcoli approssimativi, bisognerà aspettare almeno cento anni prima che la situazione si stabilizzi.

Speriamo che perlomeno, si riesca ad arginare il disastro.

Team Youpink

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